La Storia del Seminario

La Storia del Seminario

Il seminario di Sora fu fondato il 7 giugno 1565, come si legge da un documento conservato nell’archivio della Curia Vescovile, il quale recita così:

Anno a nativitate Domini millesimo quingentesimo quinto,
die septima mensis Iunii, Pontificatus SS.mi in Christo Patris Domini nostri
D.
PII divina providentia papæ quarti anno sexto.
Datum Soræ in nostro episcopali palatio;

            per opera del vescovo Tommaso Gigli il quale attuò la norma approvata nel concilio di Trento, del 1563, che faceva obbligo ai vescovi di istituire i seminari nelle loro Diocesi con soddisfazione ed orgoglio possiamo affermare che il Seminario di Sora fu tra i primi ad essere fondato in Italia. Il primo edificio si trovava di fianco al palazzo vescovile, con la facciata rivolta sulla via pubblica (l’odierna via 11 febbraio). La struttura era molto piccola, anche perché per gran parte del Seicento ospitò pochi seminaristi. Da un libro di memorie del 1700, scritto da Giovanni Battista di Como, e riportato da Gaetano Squilla, apprendiamo la prima descrizione dell’interno del seminario. L’edificio era composto da tre stanze al primo piano: la prima adibita a refettorio, la seconda a cucina e la terza come dispensa. Al secondo piano vi era un salone, e due camere, assieme all’archivio. In seguito si costruì un altro fabbricato con all’interno altre tre stanze. Al pian terreno vi era la cantina. Vi erano due entrate, una su piazza Santa Maria, l’altra nel cortile del vescovado. Circoscritto a queste proporzioni dovette restare per tutta la metà del XVIII secolo. Nel 1731 con l’apertura della parta laterale della Cattedrale il seminario perse lo spazio del giardino per la ricreazione quotidiana. In questi anni il vescovo De Marchis aprì la biblioteca dell’Istituto.

Sotto l’episcopato di Tommaso Taglialatela inizia il periodo di splendore del Seminario sorano. Nell’anno 1776, l’edificio fu rafforzato ed ampliato con nuovi locali, fra cui quattro nuove e più spaziose camerate intitolate a S. Agostino, S. Carlo Borromeo, S. Giuseppe e S. Filippo Neri. In questi anni, i cosiddetti anni d’oro del seminario, quando si arrivò a toccare punte di sessanta alunni, fu realizzata la cappella interna del Seminario intitolata all’Immacolata Concezione. Nel 1795 le truppe borboniche occuparono il Seminario per il quale iniziò un lungo periodo di decadenza durante il quale non vi furono più ulteriori lavori di ampliamento. Nel 1840 il vescovo Montieri trasferì la cappella dall’appartamento del seminario ai locali del piano inferiore ma da lì a pochi anni nel 1861 i soldati piemontesi requisirono l’intero edificio con i relativi beni, trasformando l’Istituto in Ospedale militare. Solo nel 1872 l’edificio fu riconsegnato alla chiesa.

Ad inizio del Novecento, il vescovo Raffaele Sirolli fece rinascere l’antico Seminario sorano apportando numerose migliorie all’edificio, dotando la cappella di un nuovo altare in marmo, affrescando la sala del refettorio, aprendo un grande salone per le Accademie.

Con la distruzione del terremoto del 1915 il seminario si rese inagibile. Sarà il vescovo Michele Fontevecchia prima, e Biagio Musto in seguito, a ricostruire ex novo l’edificio dotandolo anche della nuova e luminosa cappella che sorge oggi al secondo piano della struttura dedicata alla Vergine Immacolata.

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